Bahrain-McLaren, Damiano Caruso pronto per il 2020: “Il ciclismo non è solo fatto di campioni”
Damiano Caruso è pronto a disputare la sua seconda stagione con una rinnovata Bahrain-McLaren. Il ciclista siciliano, ottimo gregario di Vincenzo Nibali nel 2019, dopo la partenza dello Squalo verso la Trek-Segafredo, in questo 2020 potrebbe avere maggiore spazio anche per coltivare ambizioni personali. Protagonista di un’altra stagione solida, nelle poche occasioni in cui ha avuto la possibilità di mettersi in mostra a livello personale è riuscito a farsi vedere, seppur senza riuscire a cogliere il successo, piazzandosi al secondo posto sul traguardo di Pinerolo al Giro d’Italia e quinto nella diciottesima tappa del Tour de France.
“So che se andrò in pensione con cinque vittorie o con una vittoria, non cambia nulla per le statistiche – le sue parole a cyclingnews – quello che cambia è la mia soddisfazione personale, quindi voglio farlo per me stesso e non per gli altri. Con la condizione che avevo all’ultimo Giro d’Italia, avrei potuto facilmente finire nella top 10, ma vincere un Grande Giro non è nelle mie capacità, quindi è giusto mettersi al servizio di qualcuno che può farlo. Inoltre, il mio lavoro è sempre riconosciuto dal team e viene in qualche modo premiato. Ma il ciclismo non è solo fatto di campioni. Ci sono molte altre storie. Ci sono i sacrifici fatti dai meccanici, dai collaboratori. C’è bisogno di più attenzione diffusa perché in questo modo parli di cose diverse dal ciclismo”.
Il corridore siciliano parla anche del suo ruolo di gregario di lusso di grandi campioni: “Forse non l’ho mai voluto da solo e non credevo davvero nelle mie capacità. Forse questo mi ha fatto perdere l’istinto di vincere. Ma è anche vero che sono sempre stato in team forti con grandi leader. Quando ero alla Liquigas, c’erano Basso, Vincenzo e Peter Sagan. Sono andato alla BMC, e c’erano Richie Porte e Tejay van Garderen. Quello è stato il momento in cui avrei potuto fare un po’ di più se mi avessero dato la possibilità. Non sapevo nemmeno come prepararmi per un Giro, quindi è stato tutto improvvisato. Guardando indietro, forse se avessi trovato qualcuno che mi avesse davvero spiegato come farlo, allora avrei potuto fare un po’ di più”.
Infine Caruso racconta anche del suo legame con la sua terra la Sicilia: “Ho deciso di continuare a vivere lì perché è il posto dove voglio vivere, con tutti i suoi pregi e i suoi difetti. Mi piace pensare che quando c’è un problema, non dovresti andartene, dovresti rimanere e cercare di risolverlo. Se fossimo partiti tutti, il problema non sarebbe stato risolto. Ma se tutti i giovani fossero rimasti, con la nostra mentalità, avremmo potuto cambiare il vecchio sistema”.
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